
12 Ago Agosto in Cilento: Una tradizione estiva!
D’estate, nel caldissimo sole di un agosto in Cilento; una tradizione gastronomica, ma si dica pure rito magico, sa caratterizzare e dipingere questa colorata terra di cultura e infinita meraviglia e farla brillare per un motivo in più. La cosiddetta tradizione delle “bottiglie di pomodoro”, tra storia, leggenda e pure filastrocche, annovera infatti da tanto tempo le più belle pratiche estive e i più gustosi obiettivi per l’inverno. Scopriamoli subito.
Agosto in Cilento: tra magia e saporiti ricordi
Le bottiglie di pomodoro Cilentano, venivano infatti riempite di prodotto; racconti e tantissimo sapore, proprio durante l’estate e; in particolar modo, durante il mese di agosto. Si trattava di un lavoro impegnativo; in certi momenti anche particolarmente stancante. Ma così significativo da richiedere sempre la presenza di tutte le donne dei borghi. Donne che, pur coinvolgendo le intere famiglie nell’intensa operazione; coglievano proprio in queste bottiglie di pomodoro; anche la meravigliosa opportunità di stare bene insieme; e di tramandare il proprio passato, la propria storia e la propria identità gastronomica.
Un’antichissima pratica
Per preparare le cosiddette bottiglie di pomodoro cilentano; esisteva tra l’altro un procedimento preciso. Iniziando sempre la sera; al calar del sole e con il primo fresco; veniva poi attuata una precisa spartizione dei compiti. Tutti gli uomini di famiglia si occupavano infatti della raccolta dei pomodori in campagna; mentre le donne, con il “cercine”, riportavano le ceste riempite a casa. I pomodori, qui, venivano lavati e messi ad asciugare; così come per le bottiglie in vetro.
Leggende e credenze
Una tradizione gastronomica? molto, ma molto di più. All’interno di questa pratica si rivelano anche profonde nature culturali e antropologiche tutte da osservare e meravigliosamente da scoprire. Una radicata credenza popolare prevedeva; infatti, che una donna con il suo ciclo mestruale; proprio in quel giorno non avrebbe potuto partecipare alla tradizione. Ma ad eccezione di queste piccole “sventurate”, tutti prendevano parte al rito e ognuno aveva il suo compito preciso.
Agosto in Cilento: l’unione fa la forza
Proprio come una catena umana. In pratica, c’era chi schiacciava i pomodori nel macchinario, chi raccoglieva il sugo, chi lo imbottigliava, chi chiudeva le bottiglie e chi controllava il calderone. Un grosso fuoco veniva infatti portato con cura a bollore per immergervi le bottiglie dentro. Un caldo che avrebbe poi, riscaldato di gusto e migliori temperature la fredda stagione invernale.